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Al Macworld di ieri, Apple ha presentato l’atteso nuovo Macbook Pro 17″, una nuova versione di iLife, la 09, iWork 2009 e per finire una novità per quanto riguarda i lucchetti digitali DRM sui brani venduti nell’Apple Store.

Schiller ha iniziato da iLife ’09, la nuova versione della suite composta da iPhoto, iMovie, GarageBand, iDVD e iWeb. iLife ’09 è incluso in ogni nuovo Mac ed è disponibile come aggiornamento per gli utenti Mac a 79 €.

Una delle novità è che iPhoto esegue automaticamente una scansione delle foto per individuare i volti delle persone e quando assegnate un nome a un volto, iPhoto troverà automaticamente tutte le altre immagini di quella persona. Apple ha più volte paragonato questa funzionalità a quella di tagging del noto Facebook. Places importa automaticamente i dati sul luogo in cui è stata scattata la foto dalle fotocamere abilitate alla tecnologia GPS o da qualsiasi iPhone; è inoltre possibile assegnare un luogo manualmente a qualsiasi foto, gruppo di immagini o evento. iPhoto ’09 vi consente di pubblicare le foto su Facebook o Flickr.

iWork ’09 integrerà Keynote ’09, dotato di nuovi strumenti per passare tra le slide, grafici 3D animati che ruotano e nuovi effetti. La novità è Keynote Remote, un’applicazione per iPhone e iPod Touch che permetterà di comandare con i dispositivi le proprie presentazioni. Keynote Remote sarà disponibile sull’App Store a 79 centesimi.

Steve Jobs, CEO Apple, aveva già scritto nel 2007 una lettera che chiedeva la morte dei DRM, e ieri finalmente c’è stato l’annuncio tanto atteso, pare infatti che nei prossimi mesi, tutte le canzoni dell’iTunes Store saranno liberate dal DRM, decretando la fine dello stesso e dell’intero concetto del controllo delle case discografiche sull’uso che gli utenti fanno della musica comprata regolarmente.

Purtroppo però il risvolto negativo di questa buona notizia, è che le canzoni acquistate fino ad oggi, protette da DRM, potranno essere “liberate” a fronte di un costo di circa 30 centesimi di dollaro a canzone, non tantissimo per il singolo utente, ma una discreta sommetta se moltiplicati per gli svariati milioni di “pezzi” e album venduti.