Gli indirizzi Ip non finiranno nel 2010 ma dureranno fino al 2011, almeno secondo Roberto Gaetano, vicepresidente di Icann. Il problema è che non si fa altro che lanciare allarmi, quando bisognerebbe darsi una mossa e accelerare il passaggio a Ipv6.
Secondo Gaetano il vero problema è rappresentato dai provider e dagli “altri attori della rete”, i quali “stanno rallentando le operazioni di migrazione perché non intravedono interessi economici nel passaggio dal vecchio al nuovo protocollo”.
Icann ha iniziato la migrazione, i sistemi operativi sono pronti: sia Linux che Windows che Mac Os X sono già attrezzati per supportare la nuova versione del protocollo; non resta altro che sostituire i router, pratica costosa e che non genera – di per sé – entrate.
Ecco perché la Commissione Europea si sta muovendo in prima persona, invitando gli Stati membri ad adottare Ipv6 nelle amministrazioni pubbliche entro il 2010. Non sarà granché, ma almeno è un inizio.