l’Italia sembra essere già pronta al passaggio dal protocollo IPv4 al protocollo IPv6. Secondo il Consortium Garr, l’associazione senza fini di lucro fondata da CRUI, CNR, ENEA e INFN con il patrocinio del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR), la Rete della Ricerca italiana è in anticipo rispetto agli obiettivi europei del 2010.

“(…) Viviane Reding, commissaria europea per la Società dell’informazione e i media, ha evidenziato che solo il 16% degli indirizzi IPv4 è utilizzabile per nuovi collegamenti e a questo proposito ha esortato gli Stati membri a far sì che il nuovo protocollo IPv6 sia ampiamente utilizzato nelle amministrazioni pubbliche e nelle imprese entro il 2010, almeno per quanto riguarda il 25% degli utenti. Nel corso degli anni, la Commissione ha investito 90 milioni di euro nella ricerca sull’IPv6 attivando più di 30 progetti di R&S”,  si legge nel comunicato dell’associazione.


“Il programma di sperimentazione ha portato la rete europea GÉANT ad essere oggi leader mondiale nell’introduzione del nuovo protocollo e le reti di ricerca europee pienamente compatibili con l’IPv6. (…) Il Consortium GARR si è occupato del coordinamento del progetto per quanto riguarda l’Italia ed ha realizzato una rete sperimentale IPv6, parallela all’attuale rete di produzione GARR. Alcuni utenti hanno partecipato alla sperimentazione e sono stati collegati a tale rete in modo diretto o indiretto. Dopo la chiusura del progetto (giugno 2005), il GARR ha gradualmente introdotto l’IPv6 nella sua rete di produzione. Attualmente tutta la rete GARR è double-stack, cioè è in grado di fornire connettività IPv4 e IPv6 a tutti gli Enti collegati”.

Fra i vantaggi del protocollo IPv6 si rilevano: uno spazio di indirizzamento più grande; un pieno supporto alla mobilità degli utenti; un protocollo integrato per garantire maggiore sicurezza; un meccanismo di configurazione automatica degli indirizzi; una struttura più efficiente e flessibile che consente di effettuare aggiornamenti futuri senza apportare modifiche al protocollo; una maggiore razionalità per la diffusione dei contenuti, in particolare quelli multimediali e interattivi, grazie all’eliminazione di inutili ripetizioni nell’utilizzo della banda disponibile.

via TomsHW