Il logo dell’ormai defunto portale “pubblico” Italia.itIl vicepremier Francesco Rutelli respinge le accuse di una qualsiasi responsabilità del Governo rispetto al fallimento di Italia.it: “La colpa è del Governo precedente, perché quello attuale le ha tentate tutte per tenere in vita e rilanciare un portale concepito male fin dall’inizio”.

“Il progetto del portale fu varato dal precedente governo, voluto e validato dall’allora ministro per l’Innovazione Lucio Stanca. Se si cercano responsabilità per l’inefficacia della soluzione tecnologica e l’incongruità dei finanziamenti ci si rivolga, dunque, al governo della passata legislatura“.

Rutelli sostiene che se il suo governo si è impegnato nel lancio del portale lo scorso Febbraio era proprio perché erano giunte pressioni per tentare di salvare Italia.it.

“In quella circostanza fu sottolineato con estrema chiarezza che si trattava di una sperimentazione e che era necessaria l’implementazione dei contenuti, innanzitutto da parte delle regioni italiane, con l’obiettivo di mettere in rete l’edizione definitiva del portale nel marzo 2008“. Il vicepremier ha anche rivendicato che già a pochi giorni dal lancio del portale lui stesso “formalizzò le proprie critiche ed osservazioni al raggruppamento temporaneo di imprese che si era aggiudicato l’appalto per l’evidente inadeguatezza della release”

Per il futuro Rutelli è tornato a raccomandare il passaggio di tutto quello che comunque è stato fatto all’ENIT, l’Agenzia Nazionale del Turismo. “È l’ENIT infatti – si legge nella nota – ad avere la responsabilità di promuovere il turismo italiano presso i potenziali visitatori e chi se ne occupa professionalmente”. L’ENIT, controllato da Stato e regioni, che hanno la competenza esclusiva sul turismo locale, guidato da Umberto Paolucci, “sta preparando, un più aggiornato, efficiente e razionale portale turistico”.

Che l’Italia abbia comunque bisogno di un qualche portale turistico lo ha voluto esplicitare ieri anche Bernabò Rocca, presidente di Federalberghi, secondo cui “al di là delle responsabilità oggettive che hanno fatto purtroppo fallire una simile iniziativa, da noi sempre sostenuta per l’ovvia operatività che avrebbe avuto, in un’epoca come l’attuale caratterizzata dallo sviluppo tecnologico e da Internet, bisogna che Stato, Regioni, ENIT e imprese si riuniscano urgentemente attorno ad uno stesso tavolo, per capire quali soluzioni reali ed alternative esistano al momento“.

Vedremo come andrà a finire, speriamo almeno che i soldi fin qui spesi (e sono davvero tanti, senza dubbio troppi!) non siano stati proprio buttati nel cesso (scusate il francesismo).