Come segnala WebSense, i bot sono riusciti a registrarsi sui servizi di Google con una percentuale di successo del 20%: un tentativo su cinque.
L’accesso a Gmail rappresenta un appetitoso obiettivo per gli spammer principalmente per quattro motivi. In primo luogo si ottiene accesso anche a un buon numero di servizi; poi, è improbabile che i domini di Google entrino a far parte di qualche blacklist.
Ancora, non guasta il fatto che la registrazione sia gratuita, e infine l’uso dei servizi di Google da parte di milioni di utenti in tutto il mondo può essere utile agli spammer per complicare la vita a chi cerchi di rintracciarli.
Pare che l’attacco a Gmail provenga dalla Russia, da un dominio che ha come unico scopo nella vita la decodificazione dei Captcha per fini non propriamente legali.