Per la serie, oggi non si butta via niente, la britannica Greenergy ha annunciato di aver iniziato a produrre biodiesel partendo dagli avanzi di cibo. Un investimento di 50 milioni di sterline,  un impianto che processa gli oli di cottura usati e diversi cibi invendibili, perché scaduti, troppo cotti o non conformi agli standard di vendita, e che contengono mediamente tra il 25 e il 30% di grassi.

L’azienda elenca tra i prodotti torte, rotoli di carne tritata, paste e patatine che finora andavano buttati e diventeranno invece una sorgente d’energia. Olii e grassi vengono estratti dal cibo con un processo sviluppato dalla Brocklesby e ulteriormente purificati da Greenrgy, quindi convertiti in biodiesel.

«La quantità di biodiesel che attualmente produciamo partendo da cibo solido è piccola, ma ci aspettiamo che cresca. Uno solo dei nostri nuovi impianti può gestire abbastanza scarti da riempire una nave da crociera. Aumentando gli impianti, il potenziale di questa tecnologia per la riduzione delle emissioni è notevole”» ha spiegato Andrew Owens CEO della Greenergy.