Telecom Italia ha ottenuto il via libero all’aumento del canone di unbundling (il prezzo all’ingrosso che l’ex monopolista fa pagare ai concorrenti per l’affitto delle linee), l’Authority per le Comunicazioni ha consentito l’aumento. La decorrenza inoltre è stata stabilita per il primo gennaio scorso.
“…il canone di noleggio della linea telefonica è stato incrementato di 0,85 euro a 8,48 euro al mese, meno della metà dell’aumento richiesto da Telecom (1,75 euro/mese) e inferiore ai 91 centesimi al mese proposti inizialmente dalla stessa Agcom”, si legge nella nota dell’Authority.
La concorrenza Telecom ha reagito malamente, ribadendo “netta contrarietà” alla decisione dell’Agcom. Per Fastweb, Vodafone, Tele2, Wind e BT l’Authority “ha modificato la policy che aveva contraddistinto negli ultimi anni, peraltro con successo, il suo intervento volto all’apertura alla concorrenza del mercato della telefonia fissa”.
“L’incremento dei costi deciso rende non più conveniente il ricorso all’unbundling ed interrompe quindi i programmi di investimento degli operatori alternativi nelle aree del Paese ad oggi ancora non coperte direttamente”, si legge nel comunicato congiunto degli operatori.
A loro parere questo incremento “comporta un prospettico e forte arretramento del livello della concorrenza, innalza indebitamente i costi degli operatori concorrenti di Telecom Italia favorendo la creazione di ingiustificati margini di profitto per l’operatore ex-monopolista, disincentiva gli investimenti nella rete di nuova generazione da parte della stessa Telecom Italia e riduce significativamente le risorse a disposizione degli operatori alternativi per investimenti nella rete”.
via tomshw